Pensieri di Lea

sempre giovane, sempre eterna

cuba meditazione oceano divengo nulla

divengo nulla, divengo nuvola. piango lacrime di un incantato non pensare seduta volante davanti all'oceano e lentamente si spegne il sole come la tempera arancione scivola in bicchieri di vino rosso.

frammento carolina musica alcool

Sono spaventata, oserei meglio definirmi stupita, sto ferma sentendo parole inglesi e occhi storti mi guardano; pupille diverse, sgomento nel far finta di non notare niente di strano, tra piedi e pupille volevo comunicare a qualcuno le tremende sensazioni che mi assalivano con coltelli tra i denti ma la bocca è incollata di rossetto rosso- mi sporco le mani, cazzo, sembra sangue, penso. Il vento mi colpisce silenzioso mandato dalla notte ignara del fatto che l'alcool non mi fa sentire il freddo- imbroglio la natura ingoiando veleno- Carolina bionda capelli lunghi che oscillano a ritmo di musica, e ad un tratto sento quella musica, m'investe e mi esplode in faccia, lungo il corpo. Mi muovo canalizzando la mia energia in modo regolato, non sento fatiche, capelli biondi e Carolina. Poi spaventosamente, di colpo di nuovo poltrone da superare, sgabello con una candela rossa infilata in una bottiglia di Whisky , la cera sporca tutto, ma nel caos di quegli oggetti trovo non so come una nuova e straordinaria definizione di ordine che mi rassicura e mi fa sentire a casa, mi siedo violentemente sul divano. Lui è accanto a me, prima non vedevo nulla oltre la perfezione dell'immobilità dell'arredamento ma i suoi occhi cambiano colore e mi fanno vedere tutto che gira in una danza dantesca con maschere di feticci cattivi appesa sopra il camino che ignaro arde. Fumo tra i capelli, tra le nostre mani intrecciate, cuori esagitati battono cercando di uscire dalla cassa toracica, saltare fuori, scappare da tutto quel dolore, oh famoso amore.

giorni ombre desiderio vivere

Ci sono giorni dove non posso scrivere, sere dove il desiderio di vivere soffoca la presunzione di aver vissuto. La verità è che il mio pensiero rimane colmo di ombre, le stesse che si amavano sui muri e dettavano un'ora di fine con l'assenza della luce. Adesso loro, compagne nere e segretamente sentimentali, chiedono solenni la loro giustizia di parole. Nel rumore dei passi risulta facile cogliere il ritmo d'un uomo ma durante l'erotico grido la musica risuona completa perché intrinseca di risa e d'unità. Tramite il passionale respiro due corpi giungono ad udire un suono simile a quello che aleggia nei fondali marini, alla diretta, meravigliosa e vuota percezione dell'abisso. Abbiamo ardentemente pregato perché le nostre carezze sembrassero moventi e gentili blocchi di marmo, perché le nostre carni fossero rotonde, lisce, quasi elastiche, dense della molle densità del miele che cola sul miele. Da quando anelava funesta al piacere l'ira degli Dei, i sensi sono già i servi che girano la macina dell'anima. Echeggia nel tremore di una mano il significato massimo dei nostri destini, il potere di dare la vita da quello che fu un nostro casuale incontro. Così, nel dubbio pensare in cui mi sento, ho chiesto consiglio alla mia ombra, con lei ho cercato di arrivare alle cose che solitamente si nascondono. Dinanzi al riflesso di un lontano specchio, impercettibile come una perla su una fronte bianca, c'erano profetiche donne, resse di simboli e corpi lasciati alla passione. Ed io, sola, non trovando noi stessi che neri e tuttavia luminosi, ho creduto che sarebbe stato dolce perché da anni e da numerose esistenze, è sempre il nostro giorno.

lettera tiziano castello

Caro Tiziano,

Ho gonfio il cuore questa sera e non ho coraggio di svuotarlo. Sto seduta con le gambe nervose sulla sedia di plastica con i braccioli, davanti agli occhi ho il tumulto delle mie colonne di libri, alcune magiche pietre e la nostra splendida fotografia, da me elevata al rango d'immagine sacra, baciata ogni sera, guardata più sovente del mio stesso riflesso. Ti ricordi tu? Ti ricordi? Avevamo l'occhio beffardo e molti volumi pieni di meravigliose parole e, se la mia confusione non m'inganna, dovevamo essere a casa tua ed al momento dello scatto avevamo improvvisato senza guardarci un'espressione che s'è plasmata uguale e speciale sui nostri due volti. E' la nostra solita sciancata sincronia, presente nei gesti, nelle parole superflue, nel ritmo dei baci e mai prettamente nelle cose importanti. Che poi sta sera sono stanca amore e tu sai che come parlo a sproposito, scrivo a proposito. Perchè , in realtà, so bene che ogni cosa perde importanza, davanti all'amore. Perfino la pioggia, il freddo delle aule, i miei malumori di prima mattina rimangono più dolci all'ombra del nostro albero. Il tempo ha preso altre forme da quando insieme lo trascorriamo, il sentiero dei minuti è come un' argilla plasmata dal tuo passo sulla mia terra. Doveva essere tanto tempo fa o così poco per noi che pare indifferente.

Ripenso al senso di famigliarità che da sempre ci lega, sull'origine del quale ero solita tormentarmi avendo l'eco di voci dentro di me che mi sussurravano i contorni biechi dei nostri comuni trascorsi, in altre epoche, forse in altre estati, in altre vite la cui visione ci viene da sempre inspiegabilmente negata, la cui esistenza l'intuizione non può far altro che toccare. Come hai visto dalle foto, ho trascorso sabato notte nel castello in Emilia, circondata da persone che, anche se quasi mai viste prima, grazie al misterioso vincolo del sangue, mi sono parse come da sempre mi appari tu, anche se con ben minor intensità, legate enigmaticamente alla carne del mio spirito. Esse mi hanno gentilmente accolta, saziata e condotta ad esplorare i nobili passati del mio nome, sempre da mio padre, come d'abitudine, cautamente celati. La cugina di mia nonna, una donna sulla settantina, portante i segni d'una andata bellezza ,un fascino subentrato con agli anni di troppo e l'aria di prendere tutto per gioco mi ha tenuta vicino a lei per gran parte della sera raccontandomi, divertendosi come una ragazzina, le storie dei miei antenati, effettivamente idioti o maniaci, in appartamenti solenni, tutti vittime di terribili passioni. Adesso anch'io, tesoro, so quindi di portare con loro la croce d'argento dei Pio di Savoia, casata feudale che ebbe nel XI secolo la signoria di Quarantola, nel mezzo del modenese, il cui capostipite fu un Manfredi, padre d'innumerevoli podestà e d'imperscrutabili dipinte signore. Questo mi fa sorridere ed insieme mi rende chiara, per la prima volta, adesso, la lettura di vari simboli necessaria per la comprensione integrale del mistero. O almeno, per meglio dire, questo mi fa sentire più vicina alla fonte delle comuni nostri esperienze che, con la forza fioca del mortale spirito, solo sfiorare ci è concesso. A queste strane ed inaspettate scoperte si somma l'attrazione che entrambi, istintivamente, dai primi anni di vita, proviamo per le ambientazioni aristocratiche, per i gesti armoniosi, per gli agi, per la musica e l'arte. Temo, mio sole di primavera, che ora non potrei non apparire, agli occhi degli altri, folle ed oscurata affermando, ferma, con tutta la fede del mio cuore che sì, sì, sì, da sempre ci conosciamo.

Aspetto con deliziosa voglia le tue risposte, e ti bacio ancora, a lungo a lungo a lungo, dove tu sai.

Lea

ps. Visitando il vittoriale ho visto una bacchetta magica in una teca, posta nella stanza dedicata alle muse, allestita da D'annunzio per meglio progettar le sue creazioni. Incuriosita dalla singolarità dell'oggetto ho chiesto spiegazioni. Ebbene, amore, ho scoperto che il poeta era solito regalare, alle più travolgenti tra le sue donne, una bacchetta magica per poter vivere giovani e continuare a dar soavemente respiro alle sue belle parole. Non è pazzesco? Si vede che gli uomini dotati di genio sono soliti condividere le più bizzarre passioni..

lettera venezia liberazione amore

Ciao amore, mi rende felice vedere le tue lettere acquisire profondità con lo scorrere degli anni, vedere il nostro legame cambiare, colorarsi e evolversi. Anche io ho sentito il mio cuore abbandonarsi nei giorni e nelle notti passate a Venezia con te, ho soprattutto sensorialmente avvertito la bellezza dell'abbandono con tutte le sue paure, le sue perfezioni e la sua Verità. Sono cresciuta e finalmente ho compreso quello che per tanto tempo hai cercato di dirmi; c'è una malsana falsità nell'idealizzazione, nell'inganno e nella maschera, un qualcosa che blocca il libero germogliare del puro sentimento. Non posso non ammettere che ho molti gradini innanzi a me ancora da ascendere, ancora molti mostri che bussano alla mia porta facendomi rabbrividire, nodi da osservare con serenità, da accettare e solo così da snodare una volta per tutte. Mi piacerebbe d'altra parte continuare a salire questa scala di liberazione con te, senza imposizioni, restrizioni e mantenendo l'autonomia, il rispetto e l'amore necessari al fine di rendere sano e leggero il nostro bel cammino. Un bacio grande dalla tua ricca indiana che a breve ti manderà le sue poesie.

riflessione allan kardec spiritismo

Questo è un piccolo estratto del libro di Allan Kardec, scienziato e filosofo che formulò il movimento del cristianesimo spiritista. Sto leggendo la versione integrale e mi sta veramente conducendo nella spiegazione di concetti approfonditi che per tutta la mia vita ho sempre intuito, un po' come te con il transurfing... mi sta rendendo migliore e più chiara la vita.

riflessione amore paura liberta

È tanto contorto tremare al pensiero di trovarci sereni e liberi? È tanto perverso avere paura di vedere chiaramente se stessi in un amore?

riflessione emozioni amore poetessa

Non mi è stato possibile scegliere di non mettere me stessa in mano alle emozioni; io non ne sono dipendente bensì schiava, mi governano in certe notti come un burattinaio giostra le sue bambole. Ed è giusto che tu sappia questo. Abbandonarmi a te è stato (ed è) difficile quanto straordinario, come salire sulla più pericolosa dell'attrazione del mio parco giochi, dove il terrore e la gioia si alternano con la velocità di una pista vorticosa di un baraccone. E combatto ogni giorno per dosare il loro potere, per vedere il Bello a cui insieme stiamo dando forma, per essere lucida e poter toccare il tuo cuore senza lasciarmi sbagliare. Vedo il mio riflesso in ogni poesia perché sola da voce alle mie forti altalene, la amo perché risulta l'unica, a volte, a cantare le mie stesse confuse parole. Certe volte, però, sento di morire, provo troppo dolore, scoppiano bombe nella razionalità, non vivo che di oscure orrende passione. Vorrei farmi disegnare dalle meravigliose persone che popolano il mio cerchio, vorrei essere libera dalla mia schiavitù, la stessa che mi rende poetessa, ladra e tristezza di bambina. Credo che, percorrendo i benevoli e giusti sentieri, lentamente sentirò la calma delle mie acque e so che li troverò la pace, la limpidezza, il giusto equilibrio in questo amore. Ma nel frattempo ti devo ringraziare perché ti vedo dentro anche quando non ci sei, perché sei un po' la mia roccia in quella che è la mia strana tempesta e perché mi hai preso la mano, alleggerendomi, anche nei nostri silenzi, dalla mia struggente solitudine.

riflessione film autore psiche complessa

«Certo che mi piacciono [i film d'autore]! Ti sembro una che si accontenta di cose tipo Natale a Cortina? […] Bel film, ammetto che alla fine qualche lacrima c'è stata, ma ho mantenuto comunque il mio animo spesso, stasera comunque non andrò a dormire serena, davvero suggestivo…»

«Anche perché io riesco a impersonarmi molto nei personaggi con la psiche complessa, cosa che di solito nei film di bassa qualità manca assolutamente.»

riflessione gurdjieff intellettualismo

Bello questo quadro generale di Gurdjieff, ammetto che per provare a 'sentire, comprendere e percepire' tutti i grandi concetti qui brevemente accennati ho dovuto riscrivere certe cose su un foglio per farlo mio, diciamo per possederlo meglio. Capisco, ogni volta che mi inoltro nelle spiegazioni di queste filosofie, quanto sia limitante la mia tendenza all'essere così concentrata sul pensiero e sull'area della mente, in breve, ho riconosciuto con una strana forza tutte le altre possibilità umane, ho provato un brivido che mi ha distaccata in modo estremamente piacevole da questo esasperato e disgraziato intellettualismo.

riflessione india amore millenni

Vorrei leggere la lettera che hai scritto, mi piacerebbe molto, ma ancora di più che tu mi dicessi le stesse parole scritte sotto il sole dell'India, in posti impregnati da millenni d'amore riflettuto, meditato e profondamente sentito :) Quante cose abbiamo ancora da fare.

riflessione ipersensibilita equilibrio amore

È la mia ipersensibilità a causare tutto questo dolore, vedi sto cercando di imparare a prendere la giusta distanza dalle cose..a evitare di ignorarle e poi, drasticamente, fondermi con esse. L'amore è equilibrio, leggerezza e anche la vita stessa va accettata planando sulle cose dall'alto, senza avere macigni sul cuore. Sono felice di quello che insieme abbiamo, sono triste quando vedo che non riesco a maneggiarlo e a gestirlo come vorrei, con la giusta delicatezza. Sento il tuo giudizio perché in realtà sento il mio, le mie confusioni e le mie nebbie. Non sono perfetta, la mia considerazione generale vacilla e certe volte vorrei poter scappare. Non è la giusta direzione voltare le spalle a se stessi e all'amore, preferire il cammino più facile, preferire la perdizione alla scoperta. Grazie perché mi trattieni. Ricordati che un uomo che resiste alle proprie emozioni, che le nega, uccide le sue ricchezze, uccide la possibilità di sentire la forza della vita, dimentica d'avere un cuore. Quindi, che io ci sia o meno al tuo fianco, continua ad aprirti ai variegati e misteriosi movimenti emotivi, continua a lasciarti andare.

riflessione poesia forte sentire

Trovo molto interessanti tutti i link che mi hai mandato e che stamattina ho avuto il piacere di leggere, anche trovandoli in alcuni casi distanti dal mio modo di concepire e captare la mia interiorità e il mondo che mi circonda. Ma rimane il fatto che la poesia, come qualsiasi altra forma d'arte dalla visiva alla verbale, sia per forza di cose un'enfatizzazione della vita e di conseguenza io scrivendo sento di dar campo libero al mio inconscio, raggiungendo così la realizzazione su carta di quello chiamato in letteratura il 'forte sentire'.

riflessione poetessa amore morte

I poeti, strane creature; ogni volta che parlano è una truffa, ogni volta che tacciono vengono fraintesi. Per quanto poco alla fine mi possa riguardare, sempre ho avuto pietà della mia condizione di poetessa, ho accettato di essere violentata dalle cose come si accetta una malattia quando essa ti possiede dalla nascita; senza resistenze. Se avessi ancora la nobiltà per elogiare il sole concederei al mio corpo il viaggio, misterioso e tenue, a cui il corpo si abbandona nella notte. Scriverei al risveglio lunghe lettere dove ci sarebbe spazio per estirpare i miei peccati ma ho paura amore mio, per questo non trovo il mio giardino, soltanto rumore, nascosti chiarori, viali di case dalle oscure pesantezze dove fin da piccola ho potuto sentire la presenza di fantasmi. Non differisce troppo il mio modo di percepire la morte dalla mia raffigurazione dell'amore, l'uno guarisce l'altro, entrambe infondono dolci smarrimenti e nessun ragionamento può guarire dalle due. Ascendere e all'improvviso discendere sono azioni necessarie per innalzare la mia anima dal dolore grezzo delle prostituzione, in quanto i terreni della fede, paradiso e inferi, ignorano il limbo umano. Ogni anima sensibile è quindi in fuga, perché la visione della gente, spogliata dalle infondate speranze e dall'arte, penso sarebbe abbastanza per ucciderla. Ti confesso che ho sempre considerato la felicità il più coraggioso tra gli azzardi e nel momento in cui ho creduto di possedere il mondo ho visto il mio povero e fiero corpo nel mezzo di un deserto immenso; avevo scordato il patto che si stringe con la vita. La mia sorpresa, il nostro desiderio e quindi il tuo merito non è soltanto di poter capire tutto, ma di poter capire tutto prima che sia stato detto. Amore, mi capisci? Da differenti postazioni, con diverse luci ho incontrato poi le tue geometrie, il tuo ossimoro di colore, le tue lunghe parole comode ed accoglienti come amache. Mi hai invitata, con la pressione di un irrequieto vento, a guardare il mare, a percepire con l'arguzia dei sensi che quest'ultimo non conosce offese. Mi hai detto di seguirti e come sai il prodigio dell'amore ha facoltà sonnifere per la ragione, ma anche tu hai mentito, forse per salvarti hai dipinto la mia bocca e le tue filosofie con severe precisioni, ignorando che niente nella vita è fuori dalla nube dei nostri desideri. Nei profumati bagni in cui immergevi il mio corpo, nei tentativi di dare al mio cuore il gusto soleggiato del miele tessevi l'elogio della purezza; non sapevi quanto di torbido possa contenere questa virtù e quanto sia rischioso, con una donna, ignorare il candore della colpa.

riflessione scrittura venezia

ieri dal mio diario: «Quante stupidaggini si dicono e si scrivono. A volte credo sarebbe meglio tacere una volta per tutte, smettere di distribuire a destra e a sinistra il proprio disordine. Alcuni mesi fa a Venezia, ormai per me una città distrutta, mi rintano in un sordido bar dopo aver rubato dalla libreria di Stefano Genzowich "Lettera di Lord Chandos" di Hofmannsthal. Lo leggo dall'inizio alla fine, con il cuore che mi batte come un tamburo, e la sensazione - dopo mesi! - d'aver tra le mani qualcosa di autentico. Leggevo veramente; con tutto il corpo proteso verso la pagina, sentendomi inquieta, viva, penetrata da parte a parte da una spada. Allora ho capito: solo in un dato momento è possibile cominciare davvero a scrivere ed è quanto, contro ogni previsione, non se ne capisce più il significato. Quando non si è più capaci di imbrigliare nulla in un concetto, solo allora comincia il lavoro. Uno lascia spazio al nuovo vuoto che lo abita, e da quella voragine escono parole che non hanno a che fare con nessuno, né con gli altri né con se stessi. A quel punto capiamo l'essenziale: che oggi davvero non abbiamo più niente, solo la scrittura, che è tutto ciò che ci resta, pur senza ragione. Non possediamo né accadimenti né idee ma solo certe parole, tra milioni di altre, che mantengono ancora una loro plasticità come gli oggetti e gli episodi di un tempo. E rinunciando ad esprimerci, come fa Hofmannsthal, finalmente scriviamo come mai ci eravamo immaginati di fare: vedendo in trasparenza i nostri pensieri, scorgendo il buio vischioso sul quale strisciano, fino a scoprire l'immagine misteriosa che li ha generati. Sarà fondamentale non cercare di rivelare il segreto di quell'immagine - che d'altronde a quel punto noi sapremo benissimo di non conoscere.»

riflessione spinelli gente nuova

Diciamo che in tutta la mia vita ho frequentato gente Nievo-Crimea-Valsalice (par farti capire) ma adesso non mi trovo molto più con loro

Sì sì infatti io mi ero iscritta allo Spinelli per conoscere gente nuova e staccarmi un po' dal mio giro, dovrei incontrare un po' tutti i tipi di gente! Perché non ho ancora capito qual è il tipo di gente più adatto a me!

Non discriminarmi! Guarda che a stare cinque anni circondata da San Mauresi corro un grandissimo rischio ahahah

Certo credo che ce la farò a resistere tra Val Salicetti e San Mauresi!

Io Chiosco forever! (Giuro odio questo posto, ma tutti mi trascinano)

sogno lucido oltre oceano matematica mutazione

SOGNI LUCIDI OLTRE OCEANO Corro sotto braccio a Leo e Bubi verso una struttura dorata erta imponente nel centro di una città dall'architettura moderna. Il palazzo somiglia a un tempio azteco e scopro, tramite le parole di Leo, che è conosciuto come luogo supremo della matematica, disciplina in grave pericolo di esplosione che noi, tre affannati moschettieri, abbiamo il compito di salvare. All'interno la struttura si mostra labirintica e costernata di infinite marmoree scalinate fino al piano più alto dove giungiamo e dove appare il cofanetto del sacro sigillo delle matematiche tremante. Non avendo fatto in tempo a salvare la disciplina in estinzione le pareti dorate iniziano velocemente a sgretolarsi ed io, con al mio fianco Bubo e Leo, inizio una corsa disperata verso la remota salvezza dalle macerie ma, improvvisamente, pur salvandomi, vengo colpita dalla più inimmaginabile delle maledizioni. Il mio corpo da femminile farfallina diviene, davanti agli occhi degli amici increduli, di medesima forma e corporatura di quello di Francisco Salamano il quale, a sua volta, prende le mie sembianze di donna riccia. Presi da un panico generale continuiamo la corsa dal terremoto matematico rubando una jeep blu scuro e decidiamo di raggiungere la base Miliarda, covo da film anni ottanta firmato woody Allen, ove avremo forse trovato il desiderato supporto. Greta impavida ricercatrice analizza il mio corpo nano con accurati occhi mentre io affondo in un misto d'incredulità e disperazione. Carolina è sbronza urlante. Incontro anche il vero Francisco in una serie di momenti confusi nei quali arrivano hipsters e miliarde ed io, povera mutante, non comprendo bene chi me stessa sia o con chi mi convenga parlare. Ricordo con particolare lucidità la mia figura maschile stesa sulle gambe di un hipsters in Pulman, io risulto apparentemente smemorata riguardo le mie sembianze. Poi l'ingresso di Bubo mi sorprende perché munita di un coltellaccio inveisce su di me dicendo che, data la situazione, è assurdo che io mi comporti da omosessuale. Vi sono anche molte scene leggermente oscure sulla mia ricerca forsennatamente condotta insieme a Francisco, imprigionato nel mio corpo, al fine di riuscire a trovare marijuana da fumare. La sera, una volta fatto ritorno nel covo Miliardo, vengo accolta da greta e Titti vestiti con camici da scienziati apparentemente usciti da odissea nello spazio. Con estrema serietà affermano di aver compreso che alla conclusione della disgregazione del cofanetto matematico io e Francisco potremo avere indietro le nostre identità fisiche. Dopo averli ringraziati più di tre volte iniziamo una danza di samba felice, Carolina è sempre più sbronza, inizia una gran festa. Ma in realtà continuo nel mio cuor ad essere tristemente scettica e, improvvisamente, mi trovo su un treno di ritorno da Nessun Posto somigliante di nuovo alla solita femminile ragazzina. Le persone vicino a me formano uno strano miscuglio sociale, spicca la figura di Irene scanavacca vestita con stracci e portatrice di una bizzarra scopa seduta di fianco a Federica, persona che scaturisce in me grandi emozioni felici, insieme al suo ragazzo strano finto calciatore con berretto. Il grande sogno finisce con una forte incomprensione riguardo la fermata cui scendere, data la meta inesistente e le continue distrazioni, seguita da un'affannata corsa e assurdi salti di me e bubi sulle rotaie per ritrovare la perduta sperduta Federica.

sogno venezia scala chiocciola nirvana

Stanotte, dopo Louise, le belle parole e una ventina di pagine di jodorowsky, ho fatto un sogno molto emblematico, forse il più lucido tra quelli mai fatti! Te lo racconto dunque..Mi trovavo in una modaiola Venezia in cui le case eleganti e barocche si mischiavano con boss mafiosi e dive di Hollywood, vivevo lì, con una moltitudine di gente rumorosa attorno e una perenne insoddisfatta noia per le mie improduttive giornate. Una mattina il mio conto al ristorante venne pagato da una coppia seduta al tavolo opposto della sala, una donna e un uomo con aria da star emblematiche (alla Lady Gaga) e segreti nascosti. Dopo averli ringraziati loro mi invitarono ad andare a farli visita al più presto. Così feci. La casa che nel pomeriggio mi trovai davanti era dall'esterno piccola e amabilmente decorata, fuori Venezia e un po' nascosta. Entrai osteggiando finta sicurezza, con sigaretta e venni catapultata in uno scenario surrealista, immenso, putrido, con una scala a chiocciola al centro bianca e abbagliante di cui non si vedeva la fine e che mi chiamava a sé con estrema forza, impaurita non potevo resistere così iniziai l'ascesa dei gradini. Non ero più sola nella mia ascensione, appariva sempre più gente che saliva, conosciuta e sconosciuta. Notai che i gradini avevano sopra incisi dei nomi e che le persone precipitavano se arrivava il passo su cui era scritta la loro identità. La salita era sempre più difficile e pericolante e io sentivo forti terrori ma improvvisamente la fine apparve intorno a me. Ero circondata da un'architettura molto lussuosa, minimale e ariosa. Sul pavimento c'erano larghe vasche di acqua colorata e un gruppo di tritoni mi accoglieva lanciandomi petali. Sentivo un estasi magnifica impossessarsi progressivamente del mio corpo che non aveva più peso e percettibile sostanza. Più esploravo più creature magnifiche incontravo, angeli che preparavano torte, fatine bambine che giocavano a palla, ragazzi gentili fatti di luce. Al fondo della sala mi salutava la coppia proprietaria del nirvana, apparentemente normale lei mi prese per mano e mi condusse sulla terrazza, mi chiese di nuotare, io felice nuotai, poi, dopo avermi guardata a lungo nell'acqua, mi disse: 'Sei arrivata per i fiori che ti hanno impollinata, per le api che ti hanno punta ed ora potrai mangiare il cibo del destino dopo essere discesa.'

Il risveglio è stato come una caduta libera, molto strano e sconvolgente infatti piangevo e sentivo un grande turbamento.. Mi ricordavo tutto perfettamente!Così ho deciso di non andare a scuola, di prendermi un giorno di vacanza e di raccontarti questo irrazionale sogno..