abbandono relitto carta ossimoro

Abbandono d'un relitto di carta,
onde distruttive per sostanza
specchio dei miei passi,
riflesso urlante sordo,
ossimoro d'orrore.
Negli occhi di chi se ne sta andando,
mancanza che affonda dentro me
come relitto di carta
marcia di temporali, spinte gelide
graziosa bambina nuda
bagnata corre,
spogliata dal vizio,
tra le cascate fradice
delle noncuranti stelle
alterazione dietro lo sguardo,
illusione pagata,
sonnifero di sofferenze.
L'abbandono acquista paura,
paura sorregge il vuoto.
il pensiero nullo sbatte sulle pareti
si incammina verso la mia bocca
per concludersi, lento nella sua inconsistenza,
relitto affondato di carta,
annullato e piangente.